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Marte, il pianeta rosso
:: Astronomia :: Sistema solare :: Pianeti
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Marte, il pianeta rosso
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre, dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene inoltre chiamato il Pianeta rosso, a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono.
Il pianeta, pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali piuttosto basse (tra -140 °C
e 20 °C), è, tra i pianeti del sistema solare, quello più simile alla
Terra: infatti, nonostante le sue dimensioni siano intermedie fra
quelle del nostro pianeta e della Luna
(il diametro è circa la metà di quello della Terra e la massa poco più
di un decimo), presenta inclinazione dell'asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri; inoltre la sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli,
calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che
suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un'idrosfera.
Tuttavia la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata, a
causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (attività geologica,
atmosferica e idrosferica in primis) in grado di modellare le
strutture tettoniche; inoltre, la bassissima densità dell'atmosfera non
è in grado di consumare buona parte dei meteoriti, che quindi
raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra.
Fra le formazioni geologiche più notevoli di Marte si segnalano l'Olympus Mons, il vulcano più grande del sistema solare (alto 27 km), e la Valles Marineris, un lungo canyon più esteso di quelli terrestri; nel giugno 2008 la rivista Nature ha esposto le prove di un enorme cratere sull'emisfero boreale circa quattro volte più grande del cratere chiamato il Bacino Polo Sud-Aitken.[3][4]
Marte all'osservazione
presenta delle variazioni di colore, imputate inizialmente alla
presenza di vegetazione stagionale, che al variare dei periodi
dell'anno cambiava di colore. Tuttavia le osservazioni spettroscopiche
dell'atmosfera avevano da tempo fatto abbandonare l'ipotesi che vi
potessero essere mari, canali e fiumi oppure un'atmosfera sufficientemente densa. Il colpo di grazia a questa ipotesi fu dato dalla missione Mariner 4 nel 1965, che mostrò un pianeta desertico e arido, caratterizzato da periodiche ma particolarmente violente tempeste di sabbia. La speranza che Marte possa accogliere la vita è tuttavia stata ripresa in considerazione da quando il modulo Phoenix ha scoperto acqua sotto forma di ghiaccio, il 31 luglio 2008.[5] Attualmente sono tre i satelliti artificiali funzionanti che orbitano attorno a Marte: il Mars Odyssey, il Mars Express e il Mars Reconnaissance Orbiter. Il lander Phoenix
ha recentemente concluso la sua missione di studio della geologia
marziana e ha fornito le prove dell'esistenza di acqua allo stato
liquido in passato su ampie zone della superficie. Inoltre ha suggerito
che sulla superficie possano essersi verificati nell'ultimo decennio
dei flussi d'acqua simili a geyser.[6] Osservazioni da parte del Mars Global Surveyor manifestano una contrazione della calotta di ghiaccio al polo sud.[7]
Attorno a Marte orbitano due satelliti naturali, Phobos e Deimos,
di piccole dimensioni e dalla forma irregolare, probabilmente due
asteroidi catturati dal suo campo gravitazionale. Marte ha anche alcuni
asteroidi troiani, tra cui 5261 Eureka.
Marte prende il nome dall'omonima divinità della mitologia romana; il simbolo astronomico del pianeta è la rappresentazione stilizzata dello scudo e della lancia del dio ().
Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre, dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene inoltre chiamato il Pianeta rosso, a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono.
Il pianeta, pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali piuttosto basse (tra -140 °C
e 20 °C), è, tra i pianeti del sistema solare, quello più simile alla
Terra: infatti, nonostante le sue dimensioni siano intermedie fra
quelle del nostro pianeta e della Luna
(il diametro è circa la metà di quello della Terra e la massa poco più
di un decimo), presenta inclinazione dell'asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri; inoltre la sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli,
calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che
suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un'idrosfera.
Tuttavia la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata, a
causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (attività geologica,
atmosferica e idrosferica in primis) in grado di modellare le
strutture tettoniche; inoltre, la bassissima densità dell'atmosfera non
è in grado di consumare buona parte dei meteoriti, che quindi
raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra.
Fra le formazioni geologiche più notevoli di Marte si segnalano l'Olympus Mons, il vulcano più grande del sistema solare (alto 27 km), e la Valles Marineris, un lungo canyon più esteso di quelli terrestri; nel giugno 2008 la rivista Nature ha esposto le prove di un enorme cratere sull'emisfero boreale circa quattro volte più grande del cratere chiamato il Bacino Polo Sud-Aitken.[3][4]
Marte all'osservazione
presenta delle variazioni di colore, imputate inizialmente alla
presenza di vegetazione stagionale, che al variare dei periodi
dell'anno cambiava di colore. Tuttavia le osservazioni spettroscopiche
dell'atmosfera avevano da tempo fatto abbandonare l'ipotesi che vi
potessero essere mari, canali e fiumi oppure un'atmosfera sufficientemente densa. Il colpo di grazia a questa ipotesi fu dato dalla missione Mariner 4 nel 1965, che mostrò un pianeta desertico e arido, caratterizzato da periodiche ma particolarmente violente tempeste di sabbia. La speranza che Marte possa accogliere la vita è tuttavia stata ripresa in considerazione da quando il modulo Phoenix ha scoperto acqua sotto forma di ghiaccio, il 31 luglio 2008.[5] Attualmente sono tre i satelliti artificiali funzionanti che orbitano attorno a Marte: il Mars Odyssey, il Mars Express e il Mars Reconnaissance Orbiter. Il lander Phoenix
ha recentemente concluso la sua missione di studio della geologia
marziana e ha fornito le prove dell'esistenza di acqua allo stato
liquido in passato su ampie zone della superficie. Inoltre ha suggerito
che sulla superficie possano essersi verificati nell'ultimo decennio
dei flussi d'acqua simili a geyser.[6] Osservazioni da parte del Mars Global Surveyor manifestano una contrazione della calotta di ghiaccio al polo sud.[7]
Attorno a Marte orbitano due satelliti naturali, Phobos e Deimos,
di piccole dimensioni e dalla forma irregolare, probabilmente due
asteroidi catturati dal suo campo gravitazionale. Marte ha anche alcuni
asteroidi troiani, tra cui 5261 Eureka.
Marte prende il nome dall'omonima divinità della mitologia romana; il simbolo astronomico del pianeta è la rappresentazione stilizzata dello scudo e della lancia del dio ().
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