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Marte ha i buchi?
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Marte ha i buchi?
Tra le immagini rese pubbliche dai responsabili dello strumento HiRISE posto a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter, ce n’è una che suscita notevole curiosità. L’immagine inquadra parte della fiancata dell’imponente struttura vulcanica Arsia Mons e nel bel mezzo di quel pianoro di origine lavica, assieme a piccoli crateri di impatto, fa bella mostra di sè una macchia nera. Un fotomontaggio ho pensato, eppure le immagini rilasciate sono del tutto degne di fiducia! Inoltre, guardando i dettagli non si fatica a convincersi che non si tratta affatto di uno scherzo.
La forma di questa strana struttura è pressoché circolare e il diametro è di poco superiore al centinaio di metri. Analizzando il gioco di luce dei suoi bordi possiamo dedurre che ci troviamo di fronte a un profondo baratro, una sorta di pozzo di cui non si riesce a scorgere nè il fondo nè tantomeno le pareti. Anche provando a manipolare le immagini non si riesce a cavare nulla da quel nero così stranamente intenso, se non il veder apparire alcune disomogeneità, ma nulla di più.
Ma non ci facciamo prendere dal panico. Non dimentichiamo, che ci troviamo in prossimità della struttura vulcanica più grande (escludendo ovviamente Olympus Mons), presente sulla superficie del Pianeta rosso e proprio l’origine vulcanica è tra le più gettonate per provare a spiegare quello strano buco. Potremmo allora essere in presenza di una antica bocca eruttiva, oppure - ipotesi più attendibile - di una camera magmatica in cui è crollata una piccola parte di soffitto. Quest’ultima ipotesi potrebbe spiegare la sbavatura biancastra, dato che i materiali sollevatisi nell’evento sarebbero stati distribuiti sul terreno in direzione del vento predominante.
Il bello è che questo misterioso buco non è affatto l’unico individuato su Marte. In precedenti immagini acquisite dallo strumento
Tutte le strutture si trovano in prossimità di Arsia Mons e sono dunque sicuramente collegate alla passata attività vulcanica di questa immensa caldera marziana.
Per il momento è impossibile saperne di più e dovremo attendere quando i primi speleologi andranno su Marte e si caleranno in quelle voragini.
La forma di questa strana struttura è pressoché circolare e il diametro è di poco superiore al centinaio di metri. Analizzando il gioco di luce dei suoi bordi possiamo dedurre che ci troviamo di fronte a un profondo baratro, una sorta di pozzo di cui non si riesce a scorgere nè il fondo nè tantomeno le pareti. Anche provando a manipolare le immagini non si riesce a cavare nulla da quel nero così stranamente intenso, se non il veder apparire alcune disomogeneità, ma nulla di più.
Ma non ci facciamo prendere dal panico. Non dimentichiamo, che ci troviamo in prossimità della struttura vulcanica più grande (escludendo ovviamente Olympus Mons), presente sulla superficie del Pianeta rosso e proprio l’origine vulcanica è tra le più gettonate per provare a spiegare quello strano buco. Potremmo allora essere in presenza di una antica bocca eruttiva, oppure - ipotesi più attendibile - di una camera magmatica in cui è crollata una piccola parte di soffitto. Quest’ultima ipotesi potrebbe spiegare la sbavatura biancastra, dato che i materiali sollevatisi nell’evento sarebbero stati distribuiti sul terreno in direzione del vento predominante.
Il bello è che questo misterioso buco non è affatto l’unico individuato su Marte. In precedenti immagini acquisite dallo strumento
THEMIS
a bordo della sonda Mars Odyssey, infatti, alcuni planetologi avevano individuato altre sei strutture analoghe e ne avevano dato alla Lunar and Planetary Science Conference. In via informale avevano anche attribuito loro i nomi di Dena, Chloe, Wendy, Annie, Abbey, Nikki e Jeanne (quella di cui stiamo parlando). Tutte le strutture si trovano in prossimità di Arsia Mons e sono dunque sicuramente collegate alla passata attività vulcanica di questa immensa caldera marziana.
Per il momento è impossibile saperne di più e dovremo attendere quando i primi speleologi andranno su Marte e si caleranno in quelle voragini.
Hapgood- Scienziato
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